A scuola di Felicità: una lezione tra il Liceo Gualterio e la Scuola Media L.Signorelli
“Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità”. Si è aperta così, con le celebri parole tratte dalla Lettera a Meneceo del filosofo greco Epicuro, la mattinata di incontro e confronto tra gli studenti del liceo Gualterio e quelli della scuola media Luca Signorelli.
L’attività, pensata e coordinata dalle professoresse Chiara Scurti e Francesca Compagnucci, ha avuto come cornice lo storico Palazzo Clementini dove le ragazze e i ragazzi hanno sperimentato un vero e proprio laboratorio filosofico come spazio di discussione e ragionamento insieme.
Obiettivo: parlare di felicità sulle orme tracciate dai filosofi antichi. Ed infatti, all’aperto, proprio come i pensatori del passato, tutti si sono messi in gioco con una selezione di modelli differenziati di felicità a cui poter attingere per sentirsi bene ma anche per investire in ricerca di significato e in relazioni positive. Vale a dire Socrate, Platone, Aristotele ma anche Epicuro, Democrito ed Agostino declinati in una serie di attività ludiche e creative per pensare in modo divertente.
Dal classico barattolo della felicità ai lavori in gruppo per comprendere il rapporto tra situazione ed emozione, dal puzzle filosofico al test per scoprire che filosofo sei, sono state diverse le esperienze proposte, tutte ideate per allenare il pensiero critico ed essere curiosi ed innamorati della vita. I giovani liceali infatti con un linguaggio semplice e diretto, adatto a chiunque voglia avvicinarsi anche per la prima volta all’antica e sempre giovane scienza delle scienze, hanno accompagnato le studentesse e gli studenti del Signorelli in un viaggio nel passato per provare a capire, attraverso gli insegnamenti dei filosofi, il nostro presente, noi stessi e il mondo che ci circonda. Il tutto senza mai smettere di giocare con le domande che sono forse, sempre e comunque, le migliori risposte.
E allora chiedimi se sono felice senza mai riposare su alcuna certezza dogmatica e definitiva perché, come scrive ancora Epicuro, “chi dice che ancor non è venuta, o già passò l'età di filosofare, è come dicesse che d'esser felice non è ancor giunta l'età o già trascorsa”